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LO SPECCHIO DEL DESIDERIO
(LA LUNE DANS LE CANIVEAU)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 19 aprile 1984
 
di Jean-Jacques Beineix, con Gérard Depardieu, Nastassja Kinski, Vittorio Mezzogiorno, Victoria Abril (Francia, 1983)
 
DIVA, ignorato dalla critica e plebisciato dal pubblico, rappresentava un esordio invidiabile. I personaggi erano originali e descritti con affetto, le situazioni erano insolite, l'humour, la leggerezza, talvolta la grazia permeavano il tutto. E su questa qualità di sceneggiatura s'innestava la mano di un illustratore brillantissimo che impiegava una fotografia mozzafiato su un ritmo scandito senza incertezze. LA LUNE è tutto il contrario.

Certo è rimasta la fotografia, i movimenti di camera, l'illuminazione ed i colori. E anche la musica, ed in suoni. Ma tutta questa roba è gonfiata, come in un orribile ascesso. La storia, ma più ancora la sceneggiatura, i personaggi, le giustificazioni non esistono. Le sequenze appaiono a prima vista come un seguito di momenti privilegiati, di puro virtuosismo espressivo. Poi, private di una struttura che le giustifichi, sprofondano nel gratuito e, naturalmente, nella noia. Beineix non ha niente da raccontare: questa storia di vaghi incesti e di ancor più vaghi riferimenti sociali a dei quartieri alti e privilegiati non esiste. Nel solo momento dove il regista si decide a raccontare qualcosa di preciso (la lotta nel deposito di banane) ecco venir fuori, per un istante, tutto il suo talento per la dinamica e l'ambientazione.

Perché, allora, questa LUNA? Difficile dirlo: Beineix vuol essere forse, nel cinema francese, quello che è in Germania un Herzog, negli Stati Uniti un Kubrick, in Italia un Fellini, e cioè un visionario. Ma il cammino per giungere a quello stadio è difficile, e richiede, prima di ogni altra cosa, una disciplina. Ciò che è mancato a Beineix nel film è forse soltanto un uomo d'ordine. Nel cinema si chiama produttore. Personaggio solitamente bistratto, ma che aiuta a tenere i piedi ben ancorati per terra.


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